La preparazione al tiro deve essere effettuata anch’essa con metodo e serietà. Non possiamo suggerire un programma di allenamento, neppure di massima, perché le condizioni dei tiratori sono troppo diverse tra di loro e, pertanto, il programma deve essere strettamente personale, compilato in base alle necessità e possibilità di ciascuno. Tuttavia riteniamo che esso sia necessario e che ogni tiratore debba compilarlo ed osservarlo rigorosamente.
Sarebbe assurdo pensare che tutti i tiratori abbiano la possibilità di dedicare molte ore del giorno allo sport. Purtroppo la maggior parte di essi sono oberati da impegni professionali e di lavoro che consentono solo raramente di disporre di qualche ritaglio di tempo. Ma anche i tiratori che si trovano in queste condizioni devono compilare ugualmente il programma di preparazione adeguandolo a tali ritagli di tempo.
Il programma, integrato con quello degli esercizi ginnici, deve prevedere le modalità degli allenamenti, sia per quelli in bianco (esercizi di puntamento e di scatto) che per quelli a fuoco del tiratore. Deve prevedere, a seconda della disponibilità di tempo, una o più serie o l’intero campionato del numero dei colpi generalmente previsti per la gara.
Se il tiratore ha larga disponibilità di tempo e di denaro, può improntare il suo programma soltanto sugli allenamenti a fuoco; se invece non dispone né dell’uno né dell’altro, il suo programma di allenamento a fuoco può essere integrato con quello in bianco effettuato in casa sfruttando i brevi ritagli di tempo.
Per una buona preparazione sono sufficienti anche due soli campionati a fuoco alla settimana, integrati con altrettanti campionati in bianco.
Non è consigliabile, neppure per coloro che ne avessero la possibilità, di effettuare, come limite massimo, più di un campionato a fuoco al giorno. Possono costituire eccezione i tiratori di pistola automatica; trattandosi di tiro celere. Pertanto, nella compilazione dei programmi di allenamento è da tener presente che non è la grande disponibilità di mezzi e di tempo che può giovare molto, bensì il modo in cui l’allenamento viene effettuato. Recarsi al poligono di tiro per sparare disordinatamente dalla mattina alla sera, senza alcuna razionalità, può servire soltanto a preparare, inoltre scarsamente, le parti meccaniche del nostro corpo ma non la nostra mente.
E’ necessario, infatti, che insieme alla preparazione fisica e tecnica al tiro venga compiuta anche quella psichica. Pertanto, il tiratore in allenamento sullo stato di tiro deve sentirsi impegnato più di quanto lo sia in gara, cercando di ricreare, sia pure mentalmente, la stessa atmosfera di una grande competizione ove egli figuri come attore principale della manifestazione; deve immaginare che dietro di sé vi siano centinaia di persone ad osservarlo e molti tifosi a seguire la sua gara e controllare i risultati.
Egli deve eseguire il tiro in questo clima immaginario, rispettando rigorosamente le regole di gara e sparando esattamente, entro il tempo prescritto, le serie programmate, senza un colpo in più né in meno; quando il risultato non è di sua soddisfazione deve resistere alla tentazione di ripetere il tiro. In gara non è consentito di ripetere le serie peggiori, e ciò non deve avvenire neanche in allenamento. L’amarezza di una serie scadente deve indurre a riflettere sugli errori commessi, perché non si ripetano nei prossimi allenamenti.
Per una buona preparazione sarebbe preferibile che l’atmosfera descritta invece di essere immaginaria fosse reale, pur se ciò raramente è possibile. Il tiratore, comunque, deve sapere che durante l’allenamento, oltre l’apparato muscolare, occorre preparare anche il sistema nervoso e la mente, perciò le condizioni ambientali, di luce e atmosferiche, è bene che non siano sempre le migliori. Deve evitare, per quanto possibile, di effettuare allenamenti a fuoco da solo e in ambiente ovattato.
Anche per gli allenamenti in bianco occorre immaginare Io stesso clima di gara ed eseguire rigorosamente il numero di scatti dell’arma previsti dal programma di preparazione, registrando regolarmente i punti che il tiratore presume di avere ottenuto. Tali punti devono poi essere confrontati con quelli conseguiti realmente nelle esercitazioni a fuoco al poligono, per stabilire se la valutazione presunta è stata più o meno esatta.
Soltanto cosi il tiratore riuscirà a prepararsi, oltre che fisicamente, anche psicologicamente ed effettuerà la gara con maggiore sicurezza, ottenendo gli stessi risultati che generalmente ottiene in allenamento.