Storia del tiro a segno
Il Tiro a Segno, come sport organizzato, prese piede in Italia nel 1859 con la formazione in Lombardia di comitati che nell’anno successivo si riunirono in Associazione Nazionale sotto la presidenza di Giuseppe Garibaldi; nel 1861 con l’avvento del Regno d’Italia, sotto il Ministero Rattazzi, fu istituito per legge il Tiro a Segno Nazionale.
Anche in Toscana, seguendo l’esempio delle regioni dell’alta Italia, furono costituite negli anni che vanno dal 1859 al 1862 le prime Società; fu proprio il 9 luglio 1862 che con l’approvazione dello Statuto da parte dell’allora prefetto Torelli fu costituita ufficialmente in Pisa la Società del Tiro a Segno.
La passione e l’abnegazione dei soci fondatori non furono sufficienti a superare le gravi difficoltà che si incontrarono nell’attuazione del programma previsto dallo statuto e la mancanza sia di un campo di tiro sicuro che di armi idonee alle esercitazioni dettero origine ad un lungo periodo di inattività anche se i veri appassionati non cessarono di praticare il loro sport. Costituisce il periodo “romantico” della storia del Tiro a Segno Pisa-no il racconto di quei primi anni quando i soci si esercitavano sulle distese allora desolate del litorale oppure nelle vallate sui monti prospicienti San Giuliano.
Nel 1885 con la costituzione a Roma della Federazione del tiro a Segno le regole delle gare non sono più frutto dell’accordo fra i partecipanti ed anche a Pisa i consensi si accrescono per cui con azioni versate dai singoli soci fu possibile costruire sul Viale delle Cascine un vero poligono di tiro che, per quei tempi, fu considerato uno fra i più belli ed accoglienti della Toscana.
Il 2 ottobre 1895 i tiratori pisani Carlo Riccetti, Vittorio Ascani, Umberto Lucarelli e Giovanni Saettone conquistarono a Roma la Bandiera d’Italia, trofeo ambitissimo fra le più importanti gare nazionali. Nel 1897 per ricordare questa impresa, che sarà nuovamente compiuta nel 1898, venne inaugurata la lapide offerta dalla Cooperativa Marmisti di Pietrasanta ed opera del prof. Bozzano che trovasi tuttora affissa sotto la tettoia del Poligono di Barbaricina.
Il 22 novembre 1896 la Società pisana ospitò le altre Società italiane in occasione del III Congresso Federale ed una lapide a ricordo dell’avvenimento venne posta sulla facciata del poligono.
Nel 1902 i pisani si aggiudicarono il primo premio alla Gara Generale di Roma così come nel 1906 alla Gara Internazionale di Milano.
Nel 1904 le opere del Poligono di Barbaricina furono completate e vennero solennemente inaugurate dal Re Vittorio Emanuele II.
Nel 1910 per iniziativa di alcune Sezioni della Toscana fu istituita la gara della Bandiera Toscana che veniva disputata presso la Società del Tiro a Segno Nazionale che l’aveva vinta l’edizione precedente. Ben cinque furono le vittorie assolute riportate in questa gara, la massima nell’ambito regionale, dai tiratori pisani (1911-19145-1925-1927-1938). Se consideriamo che la manifestazione non fu disputata negli anni della prima guerra mondiale, così come dal 1929 al 1938 e dal 1939 al 1945, ben si comprende come la Bandiera Toscana sia stata quasi esclusivamente appannaggio della rappresentativa pisana.
Con l’avvento del Fascismo il Tiro a Segno passò sotto il controllo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e la nomina di un suo ufficiale alla presidenza non giovò certamente allo sport; tuttavia Pisa non risentì di tali provvedimenti, anzi ne trasse vantaggio in quanto alla presidenza fu nominato il Comm. Ascanio Ascani che alle doti di eccellente tiratore, Campione Italiano assoluto di Fucile mod. 1891 nel 1928, univa anche una competenza non comune nel campo organizzativo.
Nel 1931 a Pisa venne organizzata una delle riunione collegiali per l’Arma Libera a 300 metri e per la Carabinetta a 50 metri in vista dei Matches Internazionali di Leopoli in Polonia.
Nel 1940 con lo scoppio della seconda guerra mondiale il Poligono di Barbaricina venne bombardato ed al termine del conflitto nel 1945 le strutture sono pressoché distrutte, quel tanto che rimase lo si dovette all’allora custode e buon tiratore di Fucile ‘91 Guido Bizzarri.
I soci tentarono di ricostruire sotto la guida del Commissario Straordinario avv. Giuseppe Chiellini e del segretario avv. Luigi Tabucchi almeno amministrativamente la Sezione. In questo periodo venne posta la lapide, sotto quella del III Congresso del 1896, a memoria del tiratore pisano di pistola libera Cesare Salvestroni, componente della rappresentativa italiana a Stoccolma nel 1929, deceduto nel campo di sterminio di Ebensee.
Nel 1948 con la nomina alla presidenza dell’avv. Angiolo Adorni Braccesi si avvia la ripresa dell’attività sportiva grazie anche all’opera del tiratore Ario Giorgi. Si riesce fra l’altro ad ottenere l’autorizzazione di usare lo stand della pistola a 50 metri, lasciato miracolosamente intatto dagli eventi bellici, per organizzare nel luglio del 1949 la prima Gara Sezionale del dopoguerra.
Nel 1953 venne disputata la prima Gara Provinciale alla quale parteciparono le rappresentative delle Sezioni di Cascina e Pontedera, le uniche rimaste efficienti delle sette preesistenti (Monteverede Marittima, Peccioli, San Giuliano Terme, San Miniato e Volterra).
Queste ultime verranno rispettivamente dismesse nel 1990 e nel 1976; la lapide, una volta posizionata nel Poligono di Volterra, recante i nominativi dei soci della Società caduti nella prima guerra mondiale è stata posta all’interno del Poligono di Barbaricina.
Nel 1955 la ricostruzione del Poligono pisano è ultimata essendo disponibili 14 linee di tiro a 50 metri per le carabine e la pistola libera.
Dopo le Olimpiadi di Roma del 1960, conseguentemente al crescente interesse verso il tiro con armi di piccolo calibro (.22) a 25 e 50 metri, sorse sull’intero territorio nazionale l’esigenza di adeguare gli impianti di tiro alle nuove discipline sportive codificate nel regolamento internazionale; anche la mutata esigenza dell’addestramento delle Forze Armate contribuì a questo processo evolutivo delle Sezioni del T.S.N. che in quegli anni ebbero in consegna i poligoni da parte dell’Amministrazione Militare.
A partire quindi dal 1969 iniziarono i lavori di ristrutturazione del Poligono di Barbaricina che prevedevano fra l’altro la suddivisione dello stesso in tre aree consecutive due delle quali riservate al tiro con armi a 50 metri ed una a 25 oltre a tutte le opere accessorie e di sicurezza.
Si dovette purtroppo constatare che praticamente poco di quanto esisteva poteva essere conservato sia perché non corrispondente alle nuove norme tecniche emesse dal Genio Militare sia per le condizioni generali di deperimento di tutte le opere e strutture del poligono.
Ristrutturato il settore riservato per il tiro ai 50 metri realizzando “ex novo” la tettoia e la pensilina della stazione di tiro nonché l’area dei bersagli con l’installazione di portabersagli a saliscendi, impianto telefonico e tettoia per il personale di servizio, nel 1973 furono avviati i lavori agli stands per il tiro con armi corte ai 25 metri che, grazie anche all’intervento della UITS, che negli anni ‘80 costituì presso il Centro CONI di Tirrenia il Centro Federale di Alta Specializzazione al Tiro, possono oggi considerarsi completati ed idonei ad ospitare manifestazioni sportive a carattere interregionale.
Nell’ambito del potenziamento delle strutture a supporto del suddetto Centro Federale fu realizzato nel 1982 un balipedio per provare le armi sportive fino alla distanza dei 50 metri; struttura d’avanguardia per quanto concerne la sperimentazione e la ricerca sul binomio arma/munizione ed unica, a quel momento, nel suo genere in Europa.
Furono approntate anche alcune linee di tiro a 50 metri nell’area dalla quale nel lontano 1949 riprese l’attività istituzionale e sportiva della Sezione realizzando la stazione di tiro, quella dei bersagli e le quinte di protezione; tale stand può essere utilizzato anche per il tiro con armi ad avancarica.
Nel 1987 dopo un iter lungo per il fatto che il Poligono si trova nella fascia di rispetto del Parco Naturale Migliarino S.Rossore Massaciuccoli iniziarono le opere, caldeggiate ed in buona parte economicamente sostenute anche dall’UITS (ancora presente nel Centro CONI di Tirrenia) necessarie per la ristrutturazione delle linee dello stand a 50 metri.
In tale ambito fu prevista la realizzazione di uno stand a 25 metri che avrebbe sostituito in seguito una struttura gemella che sarebbe stata oggetto del progetto ambizioso di avere uno stand con linee di tiro a 100 e 200 metri. I progetti di questo stand sono stati approvati dall’UITS nel 1999 ed al momento sono in valutazione presso l’Amministrazione Militare competente.
Il cambiamento d’indirizzo dell’attività federale, che portò nei primi anni ‘90 al trasferimento a Civitavecchia della struttura operante presso il Centro CONI di Tirrenia, determinò una perdita d’interesse (da parte della UITS) per la ristrutturazione dell’ampio stand ai 50 metri il cui è protratto fino a primi mesi del 1998; a fine 1999 è stata ottenuta l’agibilità da parte dell’Amministrazione Militare che fra l’altro ha introdotto una nuova normativa per i poligoni.
Nel 1988 fu costituito dai tiratori che erano interessati al tiro agonistico con armi ad avancarica il GACEM – Gruppo Avancarica Curtatone e Montanara che oltre ad aver avuto dei tiratori che hanno fatto parte della rappresentativa italiana all’estero per questa nuova attività agonistica ha organizzato annualmente almeno una gara nazionale valevole per l’ammissione al Campionato Italiano del CNDA (Consociazione Nazionale degli Archibugieri).
E’ auspicabile che anche per la nuovissima categoria del BR 50 (bench rest a 50 metri con carabina calibro .22) sia possibile costituire un gruppo, che come il GACEM, è previsto anche dallo Statuto dell’UITS.